DOVIER & PARTNERS·MERCOLEDÌ 9 GENNAIO 2019

Se non ve ne foste accorti, il primo gennaio è passato e non ha registrato morti e feriti, quantomeno non a causa della fatturazione elettronica!

Scherzi a parte, sicuramente l’argomento ha generato molta ansia nell’ultimo periodo (come tutte le novità del resto), ma è altrettanto vero che conoscere una problematica in profondità può aiutare ad affrontarla senza paura.
Chi di voi ci segue sa che il nostro studio sta approfondendo il tema della fatturazione elettronica già da molto tempo, sia per abilitare i propri clienti, sia per organizzare eventi formativi per aziende, ordini professionali e associazioni di categoria. Abbiamo accumulato un bel po’ di esperienza a riguardo e ci è sembrato opportuno condividerla anche attraverso queste poche righe, per spiegare i concetti fondamentali del nuovo adempimento e per cercare di alleviare l’ansia a chi ne dovesse avere ancora un po’.
Prima di tutto è necessario precisare che, in realtà, la fatturazione elettronica è tutt’altro che una novità: in Italia si è iniziato a parlarne già nel 2004, anche se il primo passo veramente importante è stato fatto nel 2015 con la fattura elettronica obbligatoria verso la pubblica amministrazione. 

Ma iniziamo comunque dalle basi: cos’è una fattura elettronica?

Un pdf è una fattura elettronica? E un file di Word o Excel? Assolutamente no.
Sono fatture elettroniche solo ed esclusivamente quei documenti informatici realizzati secondo il formato standard XmlPA 1.2 ed inviati utilizzando il Sistema di Interscambio (la piattaforma dell’Agenzia delle Entrate utilizzata per lo scambio delle fatture elettroniche).
Qualsiasi documento che non abbia entrambe queste caratteristiche non è una fattura elettronica… anzi, non è proprio una fattura!
Per questo motivo bisogna fare molta attenzione, perché sbagliare può costare caro (anche se il legislatore ha detto che chiuderà un occhio per i primi mesi di quest’anno).

 

E chi sono i soggetti coinvolti?

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Dal 1° gennaio 2019 la fatturazione elettronica è stata estesa a tutte le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato.

Cosa significa? Significa che se io sono un imprenditore o un professionista, italiano o straniero stabilito in Italia, dovrò ricevere ed emettere fatture elettroniche per tutte le prestazioni ricevute dai miei fornitori ed effettuate nei confronti dei miei clienti, anche se privati cittadini.

È importante ricordare, comunque, che non tutti gli operatori economici sono coinvolti dall’adempimento. Esistono, infatti, diversi soggetti esonerati da queste disposizioni:

– coloro che applicano il regime forfettario (commi 54-89, art. 1, legge 190/2014);

– coloro che applicano il regime dei “minimi” (commi 1 e 2, art. 27, decreto legge 98/2011);

– i piccoli produttori agricoli in franchigia;

– i soggetti che inviano i dati al Sistema Tessera Sanitaria;

– le associazioni in regime 398/91.

Ma attenzione: mentre minimi, forfettari e piccoli agricoltori sono completamente esclusi dalla gestione delle fatture elettroniche verso privati (eh già, verso la PA devono emetterle…), gli altri soggetti sono esonerati dalla sola emissione (peraltro non sempre!!) e, quindi, dovranno attrezzarsi comunque per riceverle.

Anche le cessioni di beni e le prestazioni di servizi rese nei confronti di non residenti, comunitari ed extra comunitari sono escluse dall’adempimento obbligatorio. Di conseguenza potranno continuare ad essere documentate anche mediante fattura cartacea e, nella generalità dei casi, saranno oggetto della nuova comunicazione delle operazioni transfrontaliere, introdotta dalla legge di bilancio 2018 e ribattezzata “Esterometro”.

Dunque, come funziona esattamente la fatturazione elettronica?

La fatturazione elettronica è un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che permette di abbandonare per sempre il supporto cartaceo.
Niente paura: non si deve diventare un esperto programmatore per capirci qualcosa! Basta solo avere un po’ di confidenza con il mondo digitale (d’altronde abbiamo tutti quanti uno smartphone, vero?).
Oggi, infatti, grazie al Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate, la fatturazione rappresenta un percorso unico standardizzato composto da questi pochi step:

  1. la fattura elettronica viene compilata tramite uno strumento digitale (software o app);
  2. può essere firmata digitalmente (tramite firma elettronica qualificata) dal soggetto che emette la fattura o dal suo intermediario in modo da garantire origine e contenuto;
  3. deve poi essere inviata al destinatario tramite il Sistema di Interscambio che, per legge, è il punto di passaggio obbligato per tutte le fatture elettroniche emesse verso la Pubblica Amministrazione e verso i privati;
  4. dopo i controlli tecnici automatici, il Sistema di Interscambio provvede a recapitare il documento alla Pubblica Amministrazione o al soggetto privato a cui è indirizzato, tramite PEC o attraverso il codice destinatario di una piattaforma informatica.
  5. una volta emessa o ricevuta, la fattura dovrà essere conservata a norma, per ben 10 anni, da un conservatore accreditato AgID con una procedura informatica che permetta di conferire valore legale nel tempo.

Completato questo procedimento, a chi ha emesso o ricevuto la fattura non resta che contabilizzarla, importandola direttamente in un gestionale o registrandola a mano, grazie all’ausilio di un lettore idoneo alla visualizzazione dei file Xml.

Ma alla fine, perché è stato introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica?

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Beh, diciamo che l’Italia ha qualche problema di evasione IVA e la fattura elettronica è solo l’ultimo strumento adottato per combatterlo.

Esiste, però, anche un’altra faccia della medaglia: la fatturazione elettronica è il primo passo che l’Italia sta facendo per affrontare massivamente la quarta rivoluzione industriale, quella digitale, che, purtroppo, al momento ci vede ancora fanalino di coda rispetto agli altri paesi europei.

Insomma, la fatturazione elettronica obbligatoria tra privati e verso i consumatori è ufficialmente entrata in vigore dal 1° gennaio 2019. Si tratterà di un’evoluzione positiva per il sistema fiscale e imprenditoriale italiano?

Le premesse sembrano esserci tutte, ora non ci resta che attendere.

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